Data di pubblicazione: 25/09/2025
Gli incidenti in ambito pirotecnico, specialmente in aziende di produzione, deposito o spettacolo, impongono un’analisi tecnico-giuridica altamente specializzata. La ricostruzione dell’evento non può prescindere da una metodologia rigorosa, che tenga conto della normativa vigente, dei principi della chimica esplosivistica e delle dinamiche di sicurezza sul lavoro. L'obiettivo dell’articolo è offrire una guida concreta ai professionisti del diritto e della tecnica – avvocati, consulenti, periti – per orientarsi nella redazione di una relazione difensiva a seguito di incidenti pirotecnici.
Qualsiasi ricostruzione parte dallo studio del quadro normativo. I riferimenti fondamentali includono:
TULPS (R.D. 773/1931) e Regolamento di esecuzione (R.D. 635/1940): disciplinano fabbricazione, detenzione, trasporto e impiego di esplosivi e articoli pirotecnici.
Allegati B e C al RETULPS: fissano distanze di sicurezza, requisiti impiantistici e condizioni per il trasporto degli esplosivi.
D.Lgs. 123/2015: attua la Direttiva 2013/29/UE sull’immissione sul mercato di articoli pirotecnici.
ADR e RID: regolano il trasporto su strada e ferrovia di merci pericolose, inclusi gli esplosivi.
Codice Penale e Codice di Procedura Penale: articoli rilevanti in caso di reati colposi o dolosi derivanti da incidenti con esplosivi (es. artt. 423 bis, 449 c.p.).
Una perizia seria non può basarsi esclusivamente sugli atti. È essenziale:
Eseguire sopralluoghi in situ, documentando lo stato dei luoghi, resti di materiali esplosi, e danni strutturali.
Verificare la planimetria dell’impianto, le distanze di rispetto previste dalla normativa, e la conformità strutturale dell’opificio agli Allegati B e C RETULPS.
Accertare la catena di custodia dei materiali esplosivi, con particolare attenzione a registri di carico/scarico, autorizzazioni ex art. 47 TULPS, e marcature CE.
La dinamica va ricostruita secondo logiche balistiche-esplosivistiche:
Analizzare le evidenze residue dell’esplosione: crateri, schegge, deformazioni.
Determinare il punto d’innesco (hot spot) e il tipo di esplosivo coinvolto.
Valutare la presenza di inneschi accidentali: scariche elettrostatiche, attriti, errori umani, malfunzionamenti meccanici o elettrici.
L’uso della metodologia forense IEDD/EOD (Improvised Explosive Device Disposal / Explosive Ordnance Disposal) è essenziale in casi complessi.
Una relazione tecnico-difensiva, destinata a essere depositata in ambito penale, deve avere forma chiara e giuridicamente orientata. Si suggerisce la seguente struttura (conforme ai modelli pubblicati su questo blog):
Descrizione dell’incarico affidato, dell’imputato, e del quesito posto dal legale.
Sintesi dei verbali di sequestro, denunce, informative di PG, e autorizzazioni in possesso dell’imputato.
Esplicitazione degli articoli di legge applicabili e delle normative tecniche coinvolte.
Analisi del sito, dei materiali residui, dei sistemi di sicurezza attivi o omessi.
Considerazioni in fatto e in diritto, finalizzate alla tutela dell’imputato.
Trascurare i limiti autorizzativi: molte contestazioni nascono da depositi eccedenti i limiti ex art. 47 TULPS.
Non considerare il rischio professionale: la natura intrinsecamente pericolosa del lavoro pirotecnico deve essere valorizzata nel giudizio di prevedibilità dell’evento.
Ignorare la componente umana: la formazione, l’esperienza e le eventuali negligenze del personale sono sempre rilevanti.
Omettere le specificità dei materiali pirotecnici CE: non equiparabili agli esplosivi convenzionali per dinamiche, stabilità e impatto.
Nel contesto penale, il perito esplosivista ha un compito cruciale: tradurre evidenze materiali in conoscenze tecniche e queste ultime in argomentazioni difensive fondate. Una consulenza solida può fare la differenza tra una condanna e un'assoluzione.
Invito i colleghi periti e i professionisti del diritto a consultare i modelli di relazione difensiva disponibili sul mio blog, realizzati con metodo rigoroso e basati su oltre 40 anni di esperienza operativa nel settore esplosivistico e pirotecnico.
Per approfondimenti o richieste di consulenza tecnica, è possibile contattarmi all’indirizzo PEC: giuseppecariola@pec.it